Domani, 7 dicembre un’altra udienza del Tribunale d’emergenza per lo studente bolognese, in carcere in Egitto da quasi due anni. Secondo Amnesty: potrebbe essere l’udienza decisiva.
La Casa sul Pozzo ha dichiarato con il grande telo appeso a una parete il suo interesse per questo giovane. Da qualche giorno ha installato una stella di Natale, come augurio e richiamo, sul telo con la figura di Patrik. In molte città italiane si sta attivando questa attenzione.
Dopo lo striscione posto sul palazzo comunale di lecco che richiamava questo giovane, memori anche della drammatica vicenda di Giulio Regeni – uno di noi –, un grande telo è stato posto su una parete della Casa sul Pozzo per richiamare lo sguardo dei passanti lungo corso Bergamo.
Patrik, studente dell’università di Bologna è in carcere in Egitto da quasi due anni (attualmente a Tora), sotto processo presso un tribunale d’emergenza per l’accusa di «diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” attraverso articoli giornalistici.
«Quella del 7 dicembre potrebbe essere l’udienza decisiva per Patrick, giacché altri processi come il suo sono arrivati o stanno volgendo alla fine». Il giudice dovrebbe riconoscere l’infondatezza dell’accusa, ma rimane il timore che la magistratura egiziana emetta una condanna: «Se ciò accadesse, sarebbe uno sviluppo terribile, anche perché nei confronti dei tribunali d’emergenza non è previsto appello».
Un messaggio da sostenere con un cuore vigile.
Angelo Cupini