31 maggio 2020
Care Amiche ed Amici,
auguro a tutte/i una forte festa di Pentecoste: che il vento dello Spirito penetri fino al midollo le nostre vite e ci doni forza e tenerezza.
Il dato che ha caratterizzato maggiormente il mese di maggio è stato l’intenso periodo dedicato al Ramadan con la lettura del Corano e del Vangelo e con l’esperienza di una parola detta tra noi abitanti la casa; lo abbiamo fatto tutte le sere, per oltre mezz’ora, cenando poi insieme. Posso dire che ci ha fatto bene anche perché ognuno è andato a rileggere le proprie esperienze di vita e le ha comunicate con molta semplicità.
Il 24 sera abbiamo invitato anche i due compagni che ora vivono in autonomia a Civate e Doretta per una cena festosa tra quanti abbiamo condiviso questo itinerario.
L’attenzione alla Casa si è resa bella dopo il 3 maggio con una cura radicale del verde (Luciano e Italo), dei fiori (Emilia), del cibo e rifornimenti vari (Marco e Betta), di una cura dei depositi (Angelo F.), dell’orto (Franco e Gigi). Solo per dire la cura di tutti per la casa di tutti.
Inserisco qui un testo di riflessione che Ramy Bayoumi ha scritto dopo il nostro Ramadan.
Inizio con la frase di papa Francesco che dice “I tempi cambiano e con questi noi dobbiamo imparare a cambiare”. Perché ognuno di noi in questi giorni ha cercato di cambiare qualcosa come il nostro pensiero verso gli altri e il rapporto con la propria famiglia, il modo di studiare e anche di pregare, e anche quello di andare a letto. È vero che questi giorni sono stati difficile ma anche interessanti.
Le pagine che abbiamo letto, sia del Corano che del Vangelo, hanno molta somiglianza in tante AyAt (segni) e nella vita di ogni giorno.
La carità non consiste nel volgere i volti verso l’Oriente e l’Occidente…la carità ha diversi tipi: Il sorriso ai vostri fratelli è carità, la vostra esortazione a compiere buone azioni è carità.
La carità nel mondo musulmano è molto simile al concetto di carità cristiana; non è, limitatamente, il gesto di elargire un modesto contributo per la sopravvivenza a chi non dispone di nulla. Ma la solidarietà verso le persone più deboli e di quelli che hanno più bisogno.
E quindi è avere attenzione ai poveri e confortare gli infermi, sostenere i più deboli.
È come nel commento del vangelo: “chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo …”. è solo il gesto che fa pensare con le piccole cose nascono le buone azioni.
Mi ricordo che nel mio paese (l’Egitto) quando un viaggiatore assetato bussava alla porta e chiedeva un bicchiere d’acqua non si dava l’acqua del rubinetto ma quella del frigo; anche su cibo e il pane bisogna avere attenzione a quella persona che chiede.
Diverse persone hanno comprato distributori di acqua lasciando davanti alla loro casa per la gente che passa. È questo fa sentire l’amore che c’è fra le persone.
Imam Shafi`i, Munajat.
Non ho altra forza che bussare alla Tua porta,
E se fossi mandato via, a quale porta dovrei bussare?
In pieno abbandono ripongo la mia fede in Te,
Levando le mie mani a Te, un mendicante che supplica.
nella Tradizione di casa mia e come tutti gli altri musulmani la distribuzione dell’elemosina, come il grano che va distribuito una parte ai famigliari, ai poveri e vicini di casa. Quindi la tua raccolta dell’anno del tuo grano la dividi tra te e loro.
Che La terra ci dà più di quello che ci serve e ci dà più di quello che noi diamo, quindi semina un grano, nascono sette spighe e in ogni spiga ci sono cento chicchi.
Nel vangelo si parlava del peso dell’uomo così pesante anche per lo stesso dio, che ha dovuto veramente sopportare gli uomini fino all’estrema sofferenza nel corpo di Gesù. Ma per Gesù la colpa può essere superata solo attraverso il perdono, e non attraverso la ritorsione, o peggio, la vendetta. E disse: o Dio, perdonali, perché non sanno quello che fanno.
E anche nel corano disse Di’: “O Miei servi, che avete ecceduto contro voi stessi, non disperate della misericordia di Allah. Allah perdona tutti i peccati. In verità Egli è il Perdonatore, il Misericordioso.
E come sappiamo che l’uomo commette errore e peccati di fronte a Dio, Il perdono è la soluzione per vivere è la soluzione anche per riuscire a stare con le persone .
Credo che un impegno fosse proprio quello di metterci, da parte un nostro tempo per conoscere maggiormente il corano e il vangelo nei suoi valori fondanti e nella ricchezza della sua tradizione culturale e spirituale, è vero che erano dei segni ma a me hanno insegnato tanto.
E’ stata l’occasione per parlare di noi, della nostra fede, della sua grandezza, delle differenze e delle consonanze tra le due religioni.
Il fatto che ci siano tante religioni è un dato di fatto e noi abbiamo smesso di inventarci un mondo che un giorno abbia un’unica religione.
Come abbiamo letto nel Corano: «A ognuno Dio ha assegnato una regola e una via. Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di noi una comunità unica” Gareggiate nelle opere buone, perché a Dio tutti tornerete e allora egli vi informerà di quelle cose per le quali siete ora in discordia».
Grazie a Manuel e padre Angelo per ogni volta che mi hanno aspettato per mangiare insieme. Vi ringrazio di cuore (Angelo Cupini e Usama El Santawy)
Ho pensato di raccogliere in questa lettera alcuni vissuti di questo maggio e il report finale tracciato dagli educatori della Casa: Palo Brioschi, Valentina Nocita e Alice Oggioni, che ringrazio per il loro vissuto al servizio di ascolto e di parola con gli adolescenti. Quest’ultimo lavoro fa da ponte con quanto vivremo nel prossimo giugno/luglio al servizio degli adolescenti e giovani: Vivere dentro il cataclisma di coronavirus.
Dall’ultimo report 26-29 maggio.
Questa settimana abbiamo pensato di tirare le fila di questo periodo così particolare come quello della quarantena a partire da un’attività pratica, dal suo racconto per stimolare parola e riflessione.
Abbiamo costruito una barchetta di carta (vi assicuro attività non semplice per tutti) e poi raccontato la sua storia: ognuno di noi ha la sua e navigazione tranquillo/a solcando le acque del mare e degli oceani, di giorno si gode lo sconfinato panorama che si staglia davanti riscaldato dal sole, di notte ammira il cielo stellato. Ad un certo punto, però, giunge una terribile tempesta che rompe la prua, la poppa, e quando si pensava che peggio di così non potesse andare cola a picco anche l’albero maestro (si fanno le tre azioni concretamente rompendo le corrispondenti parti della barchetta di carta).
Ognuno prova grande dolore perché parti importanti di noi si sono rotte, ci sentiamo persi e spaesati. Fermiamoci a guardare bene: la barchetta senza quelle parti è diventata una maglietta (azione concreta), proviamo ad indossare il nuovo vestito, rappresenta le nostre parti essenziali rimaste, hanno solo assunto una forma nuova e diversa.
A questo punto abbiamo chiesto ai ragazzi quali fossero le cose rimaste dopo lo sconvolgimento portato dalla quarantena e quali cose di sé avessero scoperto o imparato:
- ho scoperto che si può dormire delle ore normali, ho imparato che si può stare a casa, è stato un passo gigantesco, si possono mantenere i legami anche a distanza
- la quarantena mi ha aiutato tantissimo, ho scoperto tanti valori che c’erano e non vedevo, è stata una crescita personale, scoprire me stesso
- mi sono abituata, non ho voglia di uscire adesso, è difficile parlare in videolezione perché non capisci cosa provi davanti allo schermo, a fine quarantena daranno una festa in onore della pazienza.
- ho imparato a vivere con la famiglia e i genitori, andare a fare la passeggiata non significa vivere ma vivere è stare con la famiglia
- cucinare, ho scoperto che il mio corpo funziona e ingrasso, l’amicizia non è per forza vedersi la relazione si mantiene anche a distanza, è aumentata la pazienza, se ne è andata la fretta
- ho imparato a cucinare, il valore della famiglia, mi sono sforzata di stare in salone con i miei e non solo in camera, ho approfondito il rapporto con loro e ha funzionato. Ho riflettuto e pensato alla mia esistenza, cosa posso fare, lavorare su me stessa e dico grazie alla quarantena, perché altrimenti ci avrei messo anni.
- ho aumentato pazienza, quanto sia importante la vita familiare, giocare con i fratelli, aiutare la mamma, fare la torta
- è bello stare a casa con la famiglia e fratelli, non devi sempre stare fuori
- ho capito il valore della libertà, anche, anche fare una passeggiata prima sembrava banale, adesso no. approfondito legame con la mia famiglia, cucinare, aumentare la pazienza imparato avendo un fratello piccolo
- ho capito l’importanza di quello che fa a casa mia mamma, ho conosciuto meglio mio fratello, capito l’importanza della scuola
- ho imparato a cucinare, imparato tante cose che mi hanno aiutata, le persone che mi stanno davvero vicino, nel momento in cui ho avuto bisogno e quelle false
- ho imparato a cucinare, ho riflettuto sul mio comportamento e in alcune cose vorrei cambiarlo
- ho imparato quanto lo squarcio dell’ignoranza e dell’indifferenza ha preso le radici profonde delle persone. A quanto le cose senza rendersene conto possono essere preziose e addirittura le cose piccole salvare. Ho imparato che se non lotti sei fottuto già in partenza, sei già prigioniera del mondo perché se non affronti ciò che è là fuori e non osi, la vita, il male e molto altro possono massacrarti finché non ti riduci ad un corpo privo di anima, un corpo senza vita che si è arreso, ovviamente prima di giudicare bisogna sapere. Con questo pensate, riflettere e poi provvedete.
- ho imparato ad accettare che le mie sorelle debbano sempre rompere, sto imparando ad aprirmi con i miei genitori, serie tv, mi sono rilassata di più
- ho imparato a stare in compagnia delle mie sorelle, dei miei genitori, le parole che confortano, ho imparato il lavoro di squadra (imparo di più e mi diverto) mentre prima preferivo fare le cose da sola, ho riscoperto vecchie passioni, devo scoprire più cose perché non abbiamo tanto tempo per vivere, pianificare cose che poi non è detto si realizzino. Ho imparato a condividere il mio pensiero, adesso quando leggo a scuola tremo meno, anche grazie a voi. Ho riscoperto i miei capelli, li amo di più prendermi cura di loro perché non devo sempre fare le treccine.
- stare con i miei fratelli, confrontarmi e conoscere altri lati di loro, poi ho capito l’importanza dall’organizzazione con scuola, gioco e riposo, la cosa più importante che ho imparato però è il fatto di non sottovalutare ogni piccola cosa perché potrebbe non essere tanto piccola come sembra ed infine il rispetto.
- ho imparato ad organizzarmi, rilassarmi, non stare sempre sotto i libri
- sono migliorata nel fare i capelli alle mie sorelle, ho imparato ad essere più paziente, adoro cucinare, curo di più me stessa, ho imparato l’importanza di uscire.
- Ho imparato quanto è importante leggere per scoprire un nuovo mondo, da quando la prof mi ha consigliato un libro da leggere ho continuato a leggere libri. Passo più tempo con i genitori e la famiglia, soprattutto con mio padre, ho scoperto tantissime cose di lui, sembra una persona nuova
- ho riscoperto mio padre, mi fa gli scherzi perché non ha niente da fare, mi istiga, quasi fossimo amici ma c’è rispetto. mi ha sempre insegnato così fin da piccolo. mi sono avvicinato di più alla preghiera.
- ho imparato a tagliare i capelli ai miei fratelli, a studiare da solo
- ballare, mangiare, studiare, aiutare la mamma nelle pulizie
Vorremmo focalizzare l’attenzione su alcuni punti.
- Molti hanno detto che hanno imparato a stare a casa e a relazionarsi con genitori e fratelli. La vita adolescenziale è caratterizzata, per sua natura, da conflittualità all’interno del nucleo familiare e dalla voglia di uscire tutto il giorno. Essere stati costretti in casa, a cercare delle mediazioni per sopravvivere pensiamo sia stato un forte elemento di crescita. Assisteremo nei prossimi mesi ai frutti di questo percorso.
- Un altro aspetto importante è il tempo dedicato alla riflessione su di sé e alla propria esistenza: ha portato nuove consapevolezze, nuovi sguardi e in alcuni casi maggiore sicurezza in sé stessi. Rispetto alla riflessione sul se, vorrei solo sottolineare quello che a noi potrebbe apparire come banale e invece non lo è: i capelli. I capelli sono legati all’identità femminile e nel caso delle ragazze di origine africana sono una componente negata perché ritenuta “poco piacevole” da mostrare. La maggioranza invidia i capelli delle ragazze bianche perché sono lisci, gestibili e direttamente collegati all’idea di bellezza. Per questo passano il tempo a nascondere i loro sotto parrucche o castrandoli in treccine. Pochissime li lasciano sciolti: ci vuole coraggio per farlo. La quarantena ha permesso di non dover sottostare alla bellezza dettata dalla moda e dalla massa, ha permesso ad alcune di prendersene cura per accettarsi.
- Infine, proprio perché è la più importante, vorremmo soffermarci sulla poesia scritta da una ragazza nel tempo di riflessione degli altri. Silenziosa, chiusa, fragile, dotata di grande intelligenza, fonte di grandi preoccupazioni per noi, nel tempo della quarantena, spiraglio dopo spiraglio, ha mostrato e raccontato pezzi di sé. La sua riflessione non è terminata, sta cercando sé stessa e una forma che le corrisponda, la musica, la scrittura e l’arte la aiutano a specchiarsi e a trovare il proprio posto nel mondo.
Questo spaccato di vita raccolto dagli educatori ci permette di guardare e contemplare l’evoluzione della vita anche dentro il cataclisma generato dal virus. Ora vogliamo camminare ad una lettura meno episodico narrativa per raccogliere gli elementi portanti per la nuova costruzione.
Seguiremo l’esperienza dei prossimi due mesi perché sarà anche una prova per il nuovo che vogliamo inventare per il nuovo tempo di crossing.
Invito tutti, se volete, a riprendere in mano il quaderno del calendario 2019 Abitiamo la casa di vento perché quanto abbiamo attraversato ci insegni a resistere al male e a generare bene. Un abbraccio.
Raccolgo l’augurio della Pentecoste con questo disegno che ci ha inviato Mino Cerezo: lo ha realizzato per questa Pasqua rosa. Un augurio carissimo anche a lui.